Il caldo sole del tramonto splendeva ancora sui volti attenti dei due pescatori, immobili, immersi fino alla coscia nelle fredde acque del torrente. C'era calma assoluta, solo i gesti decisi del lancio della canna nell'acqua che scorreva. Era stata una settimana infernale all'Anticrimine, e Jim Ellison aveva deciso di portare con se il suo partner ed amico fuoricittà per un fine settimana rilassante, lontano dai rumori e dalla confusione della grande metropoli. Avrebbe sicuramente fatto bene ad entrambi.
Il tempo era volato molto velocemente. Non aveva nessuna voglia di pensare al ritorno in città. Un'improvvisa risata gli fece volgere la testa, distraendolo per un attimo dai suoi pensieri sull'inevitabile ritorno. "Preso!" urlò Blair Sandburg, tirando su un pesce che si dibatteva furiosamente. Jim afferrò il retino, passandolo sotto la preda.
"Ehi! Fantastico! E' una vera bellezza! Credo che da solo valga il viaggio fin qui."
Lo scintillio vivace negli occhi del suo partner fece affiorare un sorriso sulle labbra del duro poliziotto. Non ricordava d'essersi divertito così, da tanto tempo. Guardando il suo giovane amico, si scoprì un po'stupito nel chiedersi cosa avesse mai fatto prima dell'arrivo di quel ragazzo nella sua vita, anche se a ben riflettere, il giovane antropologo, consulente della polizia di Cascade, a volte sapeva essere fin troppo esasperante. Blair aveva letteralmente sconvolto il suo mondo, anzi lo aveva capovolto, infilandosi nella sua mente, ma come avrebbe scoperto ben presto, non l'avrebbe voluto per niente diverso.
"Lo pensi davvero?" chiese il ragazzo, guadando verso la riva del torrente dietro Jim.
"Neanche l'ultimo che hai preso tu era da buttar via."
"Avremo una cena fantastica, una volta arrivati a casa." Camminando sulla riva, lungo la linea degli alberi, Jim si fermò vicino alla tenda. "E' tempo di fare i bagagli. Il mondo reale ci chiama." Blair si lamentò rassegnato, ma si mise a smontare la tenda e a preparare i bagagli.
I due raccolsero le loro cose e sollevarono i pesanti zaini sulle spalle. Era abbastanza lungo il percorso a piedi verso il ritorno alla capanna del cacciatore dove avevano parcheggiato il furgone. Appena il tempo di arrivare, il sole stava già perdendo i suoi colori accesi.
"Ehi, amico, debbo assentarmi un attimo," disse Blair, facendo scivolare giù dalle spalle lo zaino e gettandolo nel retro del furgone. "Torno subito."
"Solo guarda dove vai, Capo."
"Sì. Sì." Blair si diresse verso gli alberi vicino la capanna.
Jim seguì il giovane con il suo udito. Sebbene odiasse invadere la privacy del suo amico, era preoccupato.
Blair era una specie di magnete per i guai, nessun dubbio su questo. Per tutte le volte che era stato picchiato, rapito, colpito o semplicemente malmenato, era un miracolo che il ragazzo fosse sopravvisuto.
"Tu non stavi ascoltando, vero?" L'accusa ironica e divertita giunse attraverso lo spiazzo. "Chi? Io?" Jim scosse la testa, riportando i suoi sensi alla quasi normalità, non appena vide il suo partner che ritornava. Improvvisamente, Blair scomparve, come se la terra lo avesse inghiottito. Non ebbe bisogno dei sensi da sentinella per sentire il suo urlo. Guardando il buco nel terreno con i sensi al massimo, attraversò correndo lo spiazzo. Lasciandosi cadere sulle ginocchia, scrutò attentamente dentro quello che a prima vista sembrava un pozzo abbandonato. Egli potè vedere il ragazzo, intrappolato molto più giù, ben al di là della sua portata.
"Blair! Tutto bene? Rispondimi!" Egli lasciò che la disperazione, che improvvisamente lo pervase, trasparisse dalla sua voce.
"Sono stato meglio," giunse la debole, ma ironica risposta.
"Resisti! Torno alla macchina per chiedere aiuto con la radio."
"Non vado da nessuna parte," rispose Blair.
PARTE 2
Jim ritornò pochi minuti dopo. "I soccorsi stanno arrivando." Piegandosi sopra il pozzo, egli ringraziò i suoi poteri da sentinella perchè riusciva a vedere in quell'oscurità. Parecchi metri sotto di se, nello stretto, buio pozzo, Blair era intrappolato. Tutto quello che Jim poteva vedere del suo amico era un braccio incastrato in alto e la testa. "Puoi guardare verso di me, Capo?" I suoi lunghi capelli, in selvaggio disordine, erano appiccicati per l'umidità alla faccia pallida che volse verso il piccolo cerchio di luce. "Bene. Va bene. Sei in grado di dirmi quanto ti sei fatto male?"
"Io non lo so, Jim. Il mio braccio sinistro è incastrato nella parete. Respiro a fatica. Credo di essermi rotto una o due costole nella caduta. E una caviglia mi fa male da morire."
Le ultime parole furono seguite da un debole sospiro, Blair scivolò più giù a causa dei suoi movimenti. "Ho i piedi bagnati, mi fa male dappertutto. E sento freddo." Parlava a scatti, con brevi frasi, intervallate da respiri corti e affannosi. Inoltre i battiti del suo cuore erano troppo veloci, e Jim cominciò a preoccuparsi seriamente per il suo amico.
"Pensi d'esser in grado di legarti una corda attorno, se te ne calo una giù?"
"Non lo so. Forse." Una pausa veloce per pochi rapidi respiri. "Tirami fuori di qui, Jim. Ti prego."
"Il più presto possibile. Promesso. Vado a prendere la corda, prometto che torno presto."
"Non andare, Jim! Per favore. Non andare!"
"Ma, come pensi che possa tirarti fuori?"
"Io posso aspettare gli altri. Soltanto, non lasciarmi. Okay?"
Jim avvertiva un filo di panico nella voce del suo amico. Sandburg aveva già dato prova in passato, di essere molto forte e con grandi capacità di recupero, considerando che aveva affrontato molte situazioni nelle quali si era trovato in pericolo di vita, certo molte di più rispetto a quelle che potevano capitare ad un qualsiasi ricercatore d'antropologia. Ma ognuno aveva i propri limiti, e sembrava che Blair stesse rapidamente raggiungendo il suo. Jim sentì sulla pelle la fredda brezza della sera, non appena il sole scomparve. Le giornate erano ancora calde, ma le notti erano già molto fredde. Blair vestiva solo una maglietta e i jeans, rischiava l'ipotermia se non veniva salvato al più presto.
"Hai vinto, socio. Non andrò da nessuna parte."
"La testa mi fa male, Jim, " Blair mormorò. "Sono veramente stanco."
"Non addormentarti, Sandburg! Mi senti? Devi stare sveglio!" Cercando una qualsiasi idea che potesse aiutarlo a tenerlo sveglio, finalmente egli pensò alla mania di Blair di chiaccherare continuamente. "Raccontami una storia, Capo. Raccontami della tua ricerca sulle sentinelle. Nei dettagli." Jim ascoltò un'ora di seguito la sua Guida raccontargli i più piccoli dettagli sulle culture tribali, e il loro rapporto con le sentinelle. Ogni tanto però doveva incoraggiare il suo amico a continuare. Ovviamente era dura per il ragazzo prendere abbastanza fiato per parlare, ed erano frasi brevi, incoerenti.
Finalmente giunsero i soccorritori, seguiti da un'ambulanza, in fretta, nello spiazzo del vecchio capanno.
Non appena i soccorritori cominciarono a sistemare i potenti riflettori, il Capitano Simon Banks scese giù dalla sua auto e si avvicinò in fretta al suo detective che stava inginocchiato presso un buco molto stretto, nel terreno.
"Cosa è successo qui? Come sta Sandburg?" chiese. Jim lo guardò, la tensione segnava il suo viso. "Blair stava attraversando lo spiazzo e ha poggiato i piedi su delle assi di legno marcio che coprivano questo pozzo abbandonato. E' incastrato laggiù, circa venti piedi di profondità." Simon sospirò, tentando di vedere giù nell'oscuro tunnel. Jim continuò: "Almeno ha solo qualche ferita superficiale e traumi leggeri. Sembra anche che potrebbe avere un paio di costole rotte e anche una caviglia forse è storta o rotta. Lui dice che gli fa male da morire. Dobbiamo tirarlo fuori di lì! E' stata dura mantenerlo lucido. Andrà in stato di shock, Simon."
"Lo tireremo fuori, Jim. Se la caverà."
"Spero che tu abbia ragione. Lui può anche essere un rompiscatole, ma lui è il "mio" rompiscatole. Voglio che torni."
"Jim?" sussurrò una debole voce, troppo bassa perchè qualcun altro potesse sentire. "Che sta succedendo lassù?"
"I ragazzi del soccorso sono qui, Capo. Presto ti avremo fuori."
"Lo spero. C'è freddo." L'ultima parola era quasi soffocata ed incerta per il battere dei denti.
Finalmente i soccorritori illuminarono completamente la scena e tirarono fuori le loro attrezzature. Per prima una corda.
"Datela a me," Jim afferrò il forte cavo di nylon, formando una specie di cappio ad una delle estremità. "Blair? Sto calando una corda. Vedi se puoi farla girare sotto le braccia. Ti tireremo su."
"Okay," fu la flebile risposta.
PARTE 3
Quando la corda lo raggiunse, Blair l'afferrò con la mano libera. Passò il braccio attraverso il cappio, alzò la corda al di sopra delle spalle oltre la testa. Malgrado i tentativi, non potè liberare il braccio sinistro. "Non riesco a liberare il braccio!" gridò.
"Hai girato la corda attorno a te meglio che puoi?"
"Sì."
"Allora tieniti pronto. Ti tiriamo su."
"Okay."
Jim sentì che i battiti del cuore di Blair acceleravano e il respiro diventò affannoso e corto.
"Stai calmo, Capo! Andrai in iperventilazione. Non puoi morire ora!" Jim allungato sul pozzo, con la testa dentro al buco per vedere meglio il suo amico. "Prova a rallentare il tuo respiro. Lunghi, lenti respiri. Come tu hai insegnato a me. Ora è la volta che tu metta alla prova le tue tecniche di meditazione." Egli ascoltò se il respiro di Blair diveniva più lento.
"Okay. Sono prontò," gridò.
Jim cominciò a tirare. Simon, e alcuni dei soccorritori, agganciarono saldamente la corda, sapendo che avrebbero dovuto sollevare un peso inerte. Blair non era in condizioni di agevolare la sua risalita. Un lamento fermò la squadra.
"Oh!Ohohohoohohooo!! STOP! Vi prego!"
"Blair? Che c'è che non va?" Jim si chinò ancor di più nel pozzo.
"Non posso muovermi, amico. Sono incastrato. Voglio dire "veramente" incastrato! Dovrete liberarmi il braccio!"
Jim sospirò, volgendosi verso gli altri. "Non funziona. E' proprio incastrato, laggiù."
"Ora che facciamo?" chiese Simon. "Scaviamo?"
"Dobbiamo far arrivare un retroescavatore quassù," suggerì uno dei soccorritori, Timmons secondo la sua targhetta. "Non possiamo scavare così profondo abbastanza velocemente, solo con le mani."
"Quanto tempo ci vuole per avere l'attrezzatura? Sandburg sta giù in quel buco ormai da cinque ore!" Ormai Jim mostrava apertamente la sua agitazione.
"Alcune ore. Forse due o tre," rispose Timmons. "Ci sono dei lavori in corso, più giù lungo la strada. Dovrebbe esserci lì dell'attrezzatura che potremmo usare. Abbiamo bisogno di trovare il caposquadra, ottenere il permesso--e le c hiavi."
"Allora andate!" Ordinò il Capitano Banks.
Jim rabbrividì nella fredda aria notturna. Le sue sensibili orecchie captarono un tremante "Jim?" che veniva dal pozzo. "Sono qui, Capo. Come va?"
"Si gela quaggiù, amico! Sono bagnato fradicio."
"Possiamo calare giù una coperta."
"Non c'è abbastanza spazio. Solo tiratemi fuori di qui!"
"Ci stiamo provando. Ci stiamo provando."
"Ci vuole ancora molto?" Una nota di paura, chiara nella voce leggera.
Jim non voleva essere lui a dover dire al suo amico che ci sarebbero volute "almeno" un paio d'ore ancora . . . solo per avere su l'attrezzatura. E poi ce ne sarebbero volute molte altre prima che finalmente venisse liberato.
"Ci vuole ancora molto?" sospirò Blair impaziente.
"Ancora un po', Blair. Solo tieni duro laggiù."
"Sono stanco. Ho sonno."
"Lo so. Loso. Devi stare sveglio." Jim si fermò un attimo a pensare prima che gli venisse di nuovo l'ispirazione. "Ricordi quando mi raccontasti del tuo diario e della decisione di scrivere le tue memorie solo quando saresti stato vecchio?"
"Sì, ma diventerò un pò più vecchio?"
"Non dire così! Certo che lo diventerai! Cosa farei senza te attorno che mi parli continuamente nelle orecchie?" Quella frase strappò una debole risata al ragazzo intrappolato. "Raccontami delle tue conquiste. Non tralasciare un solo dettaglio."
"Ci vorrà un bel po', amico. Ne ho avuto da fare." Un'altra risata leggera. Bene. Il senso dell'humor di Blair era ancora intatto. Era un buon segno: "Grande. Dai comincia adesso. Puoi finire il racconto quando saremo al sicuro a casa."
"Con una coperta calda e del te bollente, sul divano?"
"E tutta l'acqua calda che vuoi nella doccia. Solo stai fermo laggiù finchè non ti prendiamo."
"Okay," un leggero sospirò uscì dal pozzo.
"Allora?"
"Allora, cosa?"
"Le tue memorie, Capo. Sto aspettando."
Un'altra risata leggera e Blair cominciò a parlare ancora una volta.
PARTE 4
Il retroescavatore si rivelò insufficiente a scavare un pozzo di salvataggio abbastanza profondo. Molto tempo prezioso venne perduto per recuperare l'equipaggiamento e portarlo sul posto. Quando finalmente raggiunsero il limite di 20piedi, più o meno la profondità di Blair nel pozzo, il buco cominciò a riempirsi d'acqua. "Merda!" Esclamò Jim guardando l'acqua che saliva. "Qualcosa non va?" Blair smise di raccontare la sua storia e chiese.
"Niente di cui tu debba preoccuparti." Jim cercava di apparire tranquillo, per rassicurarlo. "Cosa successe a Rachel?" La domanda tranquillizzò il giovane, che riprese di nuovo il suo racconto. L'acqua smise di aumentare, formando una pozza nella profondità del buco. Due dei soccoritori scesero giù e cominciarono a scavare il tunnel di collegamento. Il lavoro procedeva lento perchè era necessario togliere il fango con le mani. Venne portata una pompa per mantenere basso il livello dell'acqua, ma sembrava non servisse a molto. La voce di Sandburg stava diventando più debole. Conoscendolo bene, Jim lo forzava a parlare, e avrebbe dovuto farlo per tutto il tempo che ci sarebbe voluto, per evitare che scivolasse nel sonno.
Il sole cominciò a sbirciare tra gli alberi, un nuovo maledetto giorno. Blair aveva già passato più di dodici ore in quel dannato pozzo. "Ci siamo!" Un grido di trionfo finalmente uscì fuori dalla profondità del buco. "Solo un altro po'. Abbiamo bisogno di allargare il buco!" Poco dopo. . ." Possiamo vedere i suoi piedi!"
"Ci siamo quasi, Capo. Non ci vorrà molto ora" disse Jim al suo amico.
"Bene. Non penso che avrei potuto resistere ancora per molto."
"Non pensarci, ora. Tieni duro. Sto scendendo giù e ti aiuto a venir fuori." Una mano sul braccio impedì al detective di saltare nel pozzo per liberare il suo amico. "Lasci a noi, Detective Ellison. Lo tireremo fuori noi."
"Col diavolo che lo farai!" Egli fece scorrere giù la scala di corda, i suoi piedi a malapena toccavano i pioli, durante la discesa. Avanzò carponi nel tunnel di collegamento, seguito dal più minuto Timmons.
"Tu afferagli le gambe, e io lo trascino fuori," disse Timmons non appena raggiunsero il pozzo. Jim provò sollievo vedendo quelle gambe molto familiari, sospese di fronte a lui. Abbracciando le ginocchia di Blair, egli sorrise. "Sono proprio io, Capo. Ti abbiamo quasi preso ora."
Il suo sorriso mutò in un'espressione preoccupata quando sentì un leggero sospiro e il ritmo del cuore e del respiro rallentarsi in modo allarmante. "Dobbiamo portarlo fuori. Ora!" Diede uno strattone alle gambe del giovane mentre Timmons raddoppiava i suoi sforzi con la pala.
Jim si sentì come fosse trascorsa un'eternità prima che un rassicurante peso scivolasse nelle sue braccia. Tenendo il suo amico stretto al suo petto, sospirò di sollievo. Mentre si precipitava fuori dal tunnel con il suo prezioso fardello, provò la sensazione di non voler lasciare la presa e abbandonarlo. Altre mani presero Blair incosciente dalle sue braccia e lo adagiarono su una barella, sollevandolo fuori dal pozzo. Fu sistemato in fretta sull'ambulanza, che partì subito per l'ospedale, lasciando Jim e Simon dietro con il resto della squadra dei soccorritori.
Il pozzo sembrava surreale nella luce artificiale. Barcollando Jim si diresse verso il furgone, vi salì e partì in fretta per seguire l'ambulanza, il Capitano Banks gli andò dietro, per essere sicuro che Jim arrivasse tutto intero.
PARTE 5
Jim passeggiava nervosamente nella sala d'attesa del Reparto di terapia intensiva. Simon sedeva agitato su una sedia alle spalle del detective che non riusciva a star fermo, ma si alzò subito non appena si avvicinò un dottore. "Jim Ellison?"
"Come sta Blair?"
"Sono il dottor Weaver. Ho in cura il signor Sandburg. Attualmente, considerando cosa ha passato, non sta troppo male. La caviglia destra è fratturata e anche un paio di costole. Oltre questo, per lo più sono soltanto contusioni, ferite superficiali. Comprensibilmente era disidratato e ipotermico, ma si sta riprendendo molto bene."
"Quando posso vederlo?" Gli occhi blu di Jim fissarono intensamente quelli del dottore.
"Dovrebbe essere trasferito nella sua stanza fra circa quindici minuti. Potete vederlo allora. Sarà un po' stordito. Gli abbiamo somministrato delle medicine per il dolore. Se tutto va bene, potrebbe essere dimesso in due o tre giorni."
"Che belle notizie!Grazie, Dottor Weaver." Simon Banks strinse la mano del medico.
"Sì. Grande!" aggiunse Jim.
"Stanza 213, proprio giù nella hall," precisò il Dottor Weaver. "Potete aspettarlo lì."
"Grazie ancora," rispose Jim.
"Di nulla prego. Il Signor Sandburg è un giovane forte. Starà bene."
"Penso che uscirò fuori dove posso fumare," disse Simon, tirando fuori il portasigari dalla tasca. "Ci vediamo più tardi, nella stanza di Sandburg."
Ringraziando con un cenno del capo, Jim si diresse giù, alla Stanza 213. Si sedette, aspettando che il portantino conducesse Blair alla sua stanza. Quando questi fu finalmente trasferito sul letto, Jim fu colpito da quanto fosse diventato pallido il suo amico. Aghi e tubi sporgevano dalle sue braccia, ed era sotto ossigeno, ma Jim pensò che non lo aveva mai visto più bello. Stringendo le sue dita attorno ad una debole mano, aspettò che ilsuo amico si svegliasse.
"Jim?" Una voce che era un leggero sussurro lo svegliò dal sonno in cui era scivolato, appoggiato alla ringhiera del letto, la sua mano ancora intrecciata a quella di Blair.
"Ehi, Capo! Sono felice che sei tornato." Jim sorrise, gli occhi blu brillavano. "Tu mi hai fatto preoccupare là, per un momento."
"Io ho fatto preoccupare me là per un momento. Amico, debbo dirti . . . guarda quell'ultimo passo, è stato un disastro!" Egli rise debolmente prima che storcesse il viso dal dolore. "Oh! Oh, ou! Gesù, fa male ridere. . ."
"Questo probabilmente perchè ti sei rotto un paio di costole, Capo. E la caviglia. Il Dottore dice che per il resto sono solo contusioni, ferite superficiali, niente di più. Sarai a casa in pochi giorni se tutto va bene."
"Che significa, 'se tutto va bene'?"
"Io ti conosco, Capo. Tu non sei un bravo paziente. "Egli passò la mano attraverso la massa di riccioli scuri, prima di fermarsi sulla testa di Blair. "Comportati bene, e sarai fuori in due giorni. Falli arrabbiare e non ti manderanno a casa prima di una settimana!" Jim rise.
Blair si lamentò e con difficoltà si girò nel letto. "Io 'odio'gli ospedali!"
"Sì, e tu ne hai visti più di quanti avresti dovuto, da quando stai con me. Lo so. Mi dispiace veramente per questo, Blair. Tu sai che prenderei il tuo posto in un attimo, se potessi. Sono proprio contento che dopo un disastro come quello, stai così bene."
"Io non mi sento di stare così bene, giusto ora."
"Posso capirti. Hai passato l'intera notte nel fondo di un pozzo molto profondo. Gesù, . . . Blair vuoi per favore smettere di spaventarmi in quel modo?" Egli sorrise debolmente. "Credo che tu mi abbia tolto cinque anni di vita con quel salto. Non sono così giovane come sembro."
Blair rise a dispetto del dolore, e battè leggermente la mano di Jim rassicurandolo. "Credo che questo significhi che hai bisogno di andare a casa e riposarti un po'. Per favore, non prendertela, ma hai un aspetto orribile." Un sorriso sfiorò le sue labbra osservando la reazione della sua Sentinella.
"Non me ne vado. Non finche tu hai ancora bisogno di me."
"Bene, non ho bisogno di te. Non adesso, Jim. Hai bisogno di riposo. Sto bene . . . Veramente. "Trasalì quando le sue costole pizzicarono di nuovo, ma simulò un sorriso. "Per favore va' a casa e dormi un po'. Ti lascerò tornare stasera."
"Tu mi 'lascerai' cosa? Tu mi 'lasci' tornare, me?" Jim borbottò, drizzando un dito e agitandolo verso il suo amico. "Mi piacerebbe proprio vedere che ci provi e che riesci a 'fermarmi'!"
"Ciao, Jim."
"Sei sicuro che stai bene?"
Una graziosa giovane infermiera sorpassò agilmente l'alto detective con un carrello di panni. "Pronto per il suo bagno, Mr. Sandburg?" Lei sorrise dolcemente.
Blair sollevò la testa e volse gli occhi verso l'infermiera. "Sì, Jim sto proprio bene. Veramente bene, infatti!Ci vediamo stasera."
Con una risatina rassegnata, Jim si volse per andare via.
Afferando l'anta della porta velocemente, Jim irruppe nella stanza trovando Blair seduto su una sedia a rotelle, con la sua roba già sistemata sulle ginocchia. Stava chiaccherando con la graziosa infermiera che attendeva di portarlo presso l'area di uscita.
"Pronto ad andare, Capo?"
"Puoi scommetterci! E' fantastico andare via da qui."
"Sì, ci scommetto," rispose Jim seccamente, sorridendo all'infermiera.
"Blair è stato un paziente modello," Gli assicurò Tina, "ma è molto chiaro che questo non è il posto dove preferisce stare. "Lei sorrise e tolse il freno alla carrozzina. "Ti comporterai bene per Jim, a questo punto, non è vero, Dolcetto?"
Blair trasalì.
"'Dolcetto'?" La voce di Jim prese un tono ironico.
Blair giusto sorrise e alzò le spalle come a dire che posso farci?, quando Jim scosse la testa in segno di sconfitta. Non c'era modo di fermare il fascino di Sandburg.
Essi raggiunsero l'uscita, e Tina mise il freno. Jim aprì lo sportello del furgone, ed entrambi aiutarono Blair a salire sul veicolo.
"Ti vedo Venerdì?" Tina sorrise, quando chiuse lo sportello.
"E' un'appuntamento!" rispose Blair, sporgendosi fuori dal finestrino per un ultimo veloce bacio.
"Tu sei incorreggibile!" Jim rise, infilando la macchina nel traffico di tarda mattinata.
"E' bello averti a casa di nuovo," disse Jim, tenendo la porta mentre Blair entrava appoggiandosi sulle stampelle. "Questo posto era come vuoto senza di te."
"Veramente?" Il giovane antropologo sembrava quasi sorpreso.
"Sì. Veramente." Mettendo il suo braccio attorno alla vita di Blair, egli guidò il suo amico verso il divano e avvolse una coperta attorno alle sue spalle. "Solo dammi un minuto per riscaldarti il te."
Blair sorrise guardando Jim dirigersi in cucina. Ritornò di lì a poco con una tazza fumante. "Proprio come promesso."
Sedendo vicino al suo amico, egli guardava con tenerezza Blair sollevare la tazza alle labbra e sorseggiare con cautela.
"Mmmm. . . è favoloso, amico. Grazie. "Stringendo le sue mani attorno alla calda ceramica, egli si appoggiò contro la spalla di Jim.
Approffittando di quel gesto, Jim avvolse il giovane tra le sue braccia, avvicinandolo stretto al suo petto. "Non farai 'mai' più una cosa di quel tipo," egli disse, scostando alcuni riccioli scomposti dal viso di Blair.
"Croce sul mio cuore e potessi. . ."
"NON dirlo, Capo. Non dirlo." Jim avvolse le sue braccia più strette attorno al suo amico e lo tenne come se la sua stessa vita dipendesse da questo.
THE END
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