MORTO E CONTENTO
di Elena 'Halbarad'
Per i commenti: halbarad_12@hotmail.com
(vivo di commenti!)
Coppie: Fraser/Thatcher
Livello: per tutti
Spoilers: Morte Apparente, Attentato al Treno, Due Perfetti
Estranei, Il Segreto di Victoria.
Disclaimer: I don't own these characters and I'm not making any
money from them, so don't sue.
Riassunto: questo e' un finale ideale per "Morte
Apparente", ambientata subito dopo la fine dell'episodio.
Sono la sola a pensare che la reazione di Meg alla morte di
Fraser sia stata la piu' significativa di tutte?
Note: non ringraziero' mai abbastanza Tiziana, che oltre ad
essere stata la beta-reader di questa scena, mi ha praticamente
costretta a scrivere! E' bello avere dei fans :-)
Gli Offspring risuonavano a volume assordante nell'abitacolo
della GTO nera diretta al Consolato Canadese, e nonostante cio'
il suo proprietario era riuscito a non smettere di parlare da
quando erano partiti. "Wow, Fraser, non ti sei sentito
importante quando hai visto arrivare tutta quella gente che ti
credeva morto?"
"A dire il vero, Ray, non posso dire di averli visti
arrivare, ero ancora sotto gli effetti della ... "
"Si', va bene. Hai capito, no? Quando tocchera' a me, ci
saremo giusto io e il prete al mio funerale," disse il
detective con tono rassegnato.
Fraser non voleva sentirlo parlare cosi', e gli rispose
sinceramente: "Oh, beh... verro' anch'io, se saro' ancora
vivo ovviamente."
"Grazie Fraser."
"Prego!"
Fraser sperava che si decidesse ad abbassare il volume
dell'autoradio, invece Ray continuo' ignaro con il suo racconto.
"Ti sei perso il meglio dello spettacolo, comunque: Frannie
e' entrata come un treno e ha iniziato a piangerti addosso, e non credo
che Welsh sia stato molto felice di vedersi inzuppare la
giacca da Turnbull. Quel tipo ... bah. Ma l'ispettrice! Avresti
dovuto vederla, e' rimasta li' a fissarti per cinque minuti
buoni, poi quando sei risorto dalla bara tipo Dracula e' andata
giu' come un sacco di ..."
"Si', Ray," lo interruppe Fraser, sicuro che la fine
della frase non gli sarebbe piaciuta. "L'ho vista svenire.
Non volevo spaventarvi cosi', ma non sono in grado di controllare i muscoli
quando mi risveglio dagli effetti della
tetrodotossina."
"Non cambiare argomento, Fraser!"
"Non ho cambiato argomento, Ray," rispose con la sua
espressione piu' innocente.
"Oh si'."
"Sono sicuro di no."
Ray non lo sopportava quando faceva il tonto. "Ho detto di
si'! Stavo parlando della regina dei ghiacci e la sua reazione
scioccata e tu odi parlare di lei, vero?"
"Reazione scioccata?" ripete' Fraser, voltandosi
immediatamente verso Ray.
Adesso si' che gli interessa, penso' Ray cercando di
trattenere un sorriso soddisfatto. "E' quel che ho detto.
Vedi, io ne so abbastanza di shock, e fidati: quello era proprio
shock. Non piangeva neanche! A meno che non sia colpa del suo
cuore di pietra ... forse non e' proprio capace di piangere,
forse quand'era il suo turno gli angioletti avevano finito la
sensibilita'."
"Oh, Ray, non essere ridicolo: sono sicuro che sa piangere,
ed e' molto sensibile."
A quel punto Ray non pote' piu' resistere e si volto' verso
Fraser sogghignando. "Davvero?"
Fraser distolse lo sguardo e inizio' ad arrossire leggermente.
"Beh, si'."
"Ah, e come lo sai?"
"Ecco, ormai la conosco piuttosto bene, per esempio le
piacciono i bambini, e ..." si interruppe, facendo scorrere
le dita sotto il colletto dell'uniforme, nervoso.
"E poi? Che aspetti, Fraser?"
Il canadese era ormai del colore di un semaforo rosso, ma
nonostante l'imbarazzo riusci' a dire: "Beh, una volta si e' arrabbiata
perche' pensava che io pensassi che fosse
cinica."
Ray spalanco' la bocca incredulo. "Questo si' che e'
interessante! Cosa mi sono perso? Devi proprio aggiornarmi."
Come erano arrivati cosi' vicini a parlare di quello che gli era
stato ordinato di dimenticare mesi prima? "Beh, non c'e'
altro da dire, fa parte di quel ..."
"Non me lo dire, l'incidente sul treno."
"Si'."
"OK, ecco una storia che non vedo l'ora di sentire."
Non
poteva assolutamente parlargliene, ma gli serviva una via
d'uscita ... in quel momento Ray fermo' l'auto di fronte al
Consolato. Ecco la sua via di scampo! "Ne sono certo, Ray,
ma come vedi siamo arrivati al Consolato, e sono piuttosto
stanco, quindi se vuoi scusarmi ..." e dicendo cio' scese
dalla macchina e si chiuse la portiera alle spalle.
Ray si sporse verso di lui attraverso il finestrino abbassato e
grido': "Non puoi scappare per sempre: un giorno mi dovrai
raccontare tutto."
Fraser trattenne a stento un sorriso sollevato. "Forse, Ray. Ci
vediamo domani."
Reazione scioccata. Fraser stava ripensando alla sua
conversazione con Ray, ma l'unica parte che si ricordava con
precisione era quella che riguardava l'Ispettrice. Reazione
scioccata ... l'aveva fissato per quasi cinque minuti ... come
aveva potuto essere cosi' sconsiderato? Aveva fatto soffrire
molte persone con il suo trucchetto; doveva ammettere che in
qualche modo gli faceva piacere sapere che cosi' tanta gente
l'aveva a cuore, ma comunque li aveva fatti soffrire. Soprattutto alcuni
di loro. Alcuni a cui teneva particolarmente. Con lo
Sguardo da Canadese Determinato, si diresse deciso verso
l'ufficio dell'Ispettrice. La porta era socchiusa.
"Ispettrice," chiamo', prima di aprirla lentamente.
"Fraser!"
Lei era seduta alla scrivania, e sollevo'
sorpresa lo sguardo dal suo computer, ma non portava gli
occhiali, segno che non stava effettivamente lavorando.
"Posso parlarle un momento?" chiese Fraser, suonando
piu' sicuro di se' di quanto realmente si sentisse.
"C-certo, naturalmente," fu la sua esitante risposta.
Si
comporta ancora in modo strano, noto' Fraser. Sembra stanca,
quasi esausta.
Raddrizzo' leggermente la schiena e comincio': "Riguardo a
quel che e' successo oggi, vorrei scusarmi per ..." si
interruppe, cercando disperatamente le parole giuste.
"Per cosa?"
"Per ... aver finto di essere morto. Avrei dovuto dirle del
nostro piano, prima di attuarlo. Non pensavo veramente che la
voce si sarebbe diffusa cosi' rapidamente, e non intendevo creare problemi
a nessuno."
La vide aggrottare la fronte, poi passarsi le dita su un
sopracciglio. Rispose con tono stanco: "Naturalmente avrebbe dovuto
dirmelo, visto che sono il suo ufficiale superiore, ma non si e' mai
preoccupato di dirmi quel che fa con quel suo
detective, come mai questa volta si'?"
Si', come mai? "Per...perche', voglio dire, mi e' stata
riferita la sua ... reazione alla mia apparente morte e non
intendevo sconvolgere ness-"
Gli occhi di lei si spalancarono e lo interruppe: "Non ero
sconvolta, Fraser, cosa le fa pensare che fossi sconvolta?"
"No, certamente non lo era, se lo dice lei. E' solo che Ray
mi ha descritto la sua reazione come scioccata, ma naturamente
puo' essersi sbagliato. Sono sicuro che lei mi stesse fissando
per una ragione del tutto logica." Si accorse di aver
parlato piu' bruscamente di quanto avrebbe voluto. Forse non era
stata una buona idea, dopo tutto. Erano entrambi imbarazzati, e a nessuno
dei due piaceva parlare dei propri sentimenti. Avrebbe
fatto meglio ad andarsene prima che lei si infuriasse e lo
accusasse di essersi inventato tutto. Ma lei scelse proprio quel
momento per alzarsi e dirigersi verso la finestra, voltandogli la schiena. Aveva le spalle
incurvate, Fraser lo noto' nonostante lei avesse incrociato le
braccia sul petto, probabilmente per nasconderlo inconsciamente.
Fraser sapeva che incrociare le braccia era un segno di rifiuto
inconsapevole decisamente un brutto segno per due persone
che avrebbero dovuto discutere fatti di natura personale.
"Questa e' la seconda volta che la credo morto, lo sa?" disse
con calma, sempre guardando fuori dalla finestra.
"Si', lo so."
"E si ricorda cosa le ho detto la prima volta, quando ho
visto che invece stava bene?"
"Si'. Ha detto che era stata in ansia per me ... un
po'." Fraser si chiese dove volesse arrivare.
"Questa volta e' stato ..." si interruppe e sospiro',
lasciandosi ricadere le braccia lungo i
fianchi. "Ho visto molta gente morire, anche persone
che mi erano vicine. Dovrei essere abituata al dolore, ma non e'
cosi'. Lo trova strano, Agente?"
Fraser stava iniziando a credere di aver fatto un danno piu'
grande di quel che pensava. "No, certamente no. Mi di-"
Lei continuo' come se non lo stesse neanche ascoltando, stringendo i pugni, "E'
come se ti strappassero il cuore dal petto, e tu puoi solo star
li' e sperare che smettano, prima o poi. Niente puo' evitarlo,
ne' piangere, ne' gridare ... devi solo aspettare che
passi."
La sua voce si fece piu' triste e tremante, e Fraser sospetto'
che ci fosse una storia dietro tutto questo. Avrebbe voluto dirle che
sapeva esattamente come ci si sentiva, che ci era passato
anche lui, ma non era sicuro che lei lo volesse ascoltare. Le si
avvicino' e, appoggiandole la mano sulla spalla destra, la fece
voltare verso di se'. Era sull'orlo delle lacrime, nonostante
quel che aveva appena detto. "Ricorda che una volta ha detto di
considerarmi un amico, oltre che un collega?"
"Si'."
"Voglio sinceramente scusarmi. Come amico. Mi perdona? Come
amico."
Lei si aggrappo' al suo braccio con la mano destra e finalmente
inizio' a piangere silenziosamente. Forse
dopo tutto aveva fatto qualcosa di buono anche per lei.
Lui sentiva il suo volto umido di lacrime sul dorso della mano,
ed ebbe l'istinto di abbracciarla finche' non si fosse calmata,
ma in qualche modo sapeva che lei non avrebbe voluto, o quanto
meno non l'avrebbe ritenuto appropriato. Si sentiva malissimo per averle
causato tanto dolore, ma non sapeva cosa fare per
consolarla. Almeno stava piangendo; la invidiava per questo. Lui
non sarebbe stato in grado di farlo. Beh, una volta era successo, ma
era diverso: amava Victoria, e pensava di averla persa per
sempre ... ma davvero era diverso?
Cerco' di rivivere la situazione dal punto di vista
dellIspettrice, ma era talmente difficile senza sapere cosa le
passasse per la testa! Eppure era talmente facile illudersi
che le cose stessero come lui sperava
Cerco' allora di
osservarla obiettivamente, ma era distratto dalla sensazione del
volto appoggiato alla sua mano e dei capelli che gli sfioravano
le dita, coprendo gli occhi di quella donna che, nonostante fosse in
lacrime, gli appariva piu' dignitosa che mai. Si costrinse a
smettere di pensarci, era chiaro che non avrebbe mai raggiunto
una conclusione ragionevole in quel momento.
Improvvisamente senti' la mano dell'Ispettrice stringere ancora
di piu' il suo braccio, e il suo capo si
sollevo', facendo incontrare ancora una volta i loro sguardi.
Aveva smesso di piangere, ma le lacrime le rigavano ancora il
volto. I suoi occhi erano trasparenti e profondi, Fraser penso'
di avervi visto qualcosa ma non riusciva a capire cosa fosse.
"Agente,"
disse lei con voce bassa e tremante, "Se sente il bisogno di morire
di nuovo, mi faccia un favore: si
astenga."
Stava sorridendo ora - ecco qualcosa che Fraser riusciva a
comprendere. Rispose al suo sorriso e disse solo: "Si',
signore."
FINE